martedì 28 giugno 2011

28 Giugno 1940 - Cadeva Italo Balbo



Il 28 giugno del 1940 il Savoia Marchetti SM 79 sul quale volava Italo Balbo assieme ad altre otto persone, veniva abbattuto dalla contraerea italiana nel cielo di Tobruk.

Balbo
il fassista, Balbo lo squadrista.

Una vita interrotta dalla violenza che l'ha caratterizzata.
Spesso ci si chiede chi veramente fosse quest'uomo e come avrebbe voluto - potuto - intervenire su un fascismo che stava andando sempre più alla deriva trascinando con sè il paese.
Balbo antitedesco, apertamente ostile alle leggi razziali. Questo non fa di lui un santo, nè lo può assolvere in quanto nonostante queste sue idee, ed era uomo di regime, di potere, in Italia ci furono le leggi razziali e ci furono i tedeschi.
Nessuno può giudicare fino in fondo questa figura che seppe conquistarsi l'ammirazione e la stima dei futuri nemici, un uomo che compì le trasvolate atlantiche, che diede impulso allo sviluppo aeronautico italiano, che ottenne per i popoli "colonizzati" la gratifica di essere considerati italiani.

Mussolini disse di Balbo che era l'unico che avrebbe saputo ucciderlo. Forse fu proprio questo a segnare la sua fine; la leggenda narra che venne abbattuto su preciso ordine del Duce. A bordo di quell'aereo c'era Nello Quilici, il padre del famoso documentarista e scrittore Folco Quilici. Seguì il suo amico nella morte. Altre sette persone con loro; consumate le loro vite, dimenticati i loro volti.

Chissà cosa avrebbe fatto Balbo, chissà cosa avrebbe potuto scrivere di lui l'amico Nello. A chi interessa non resta che pensare amaramente che spesso basta una svolta del destino per finire nel baratro. Magari Balbo non avrebbe fatto solo la crocera del decennale, magari non avrebbe solo spinto gli uomini del Reparto Alta Velocità alla conquista di un primato. Forse, avrebbe evitato il disastro e le sue Ali dorate di Trasvolatore Atlantico non sarebbero ora rinchiuse in una teca a Vigna di Valle, la sua divisa stesa a terra.

Balbo l'aviatore, lo Squadrista ma inteso stavolta di Squadra Atlantica, lo stormo di 25 aeroplani che raggiunge New York. Lo ricordano gli aviatori che da lui ebbero incitamento ed esempio, lo ricordano sicuramente i suoi cari, i suoi figli; forse poteva essere lui l'uomo, il condottiero che l'Italia ai tempi sognava.

Ma esistono figure simili ? O esistono solo i loro miti ? Possono, come in un ricordo, rimanere solo come elemento positivo, essere ricordate solo per ciò che fecero piuttosto che per ciò che distrussero ? Esiste la possibilità di essere saldi, puri, puliti ?

Ghandi, JFK, Mandela, Martin Luther King, John Lennon, sono stati davvero quegli uomini puri che ricordiamo ? O furono le circostanze a portarli ad essere ciò che per noi rappresentano ?

Pensandoci si decide che probabilmente Balbo sarebbe rimasto un fascista, con annessi e connessi. E questo perchè se avesse voluto avrebbe potuto decidere di non esserlo anche prima. Di non farlo, di non vestire quelle uniformi, di non accettare il compromesso.
A fare la differenza è proprio questo, il libero arbitrio, quando un uomo decide di non adattarsi, di non scendere a compromessi, di perdere ancora prima di avere.

Ghandi, JFK, Mandela, Martin Luther King, John Lennon. Avrebbero forse potuto scendere a patti con il sistema, essere ancora più ricchi, più potenti e famosi di ciò che furono. Ma non lo fecero, scelsero di non essere tutto questo.
Balbo, come uomo avrebbe potuto essere come loro, ma fallì per la sua ambizione, per il potere, esattamente così come falliscono ora coloro che entrano nel circuito del potere e del potere economico che lo racchiude.

Il potere logora chi non ce l'ha, diceva qualcuno. Il potere distrugge chi ce l'ha si potrebbe rispondere; le persone probabilmente nascono pure e rivestono di ideali i loro sogni, poi finiscono con l'incontrare sul loro cammino il potere e per procedere devono accettare lo scambio: ideali in cambio di potere; viceversa se vogliono tornare ai loro puri pensieri devono restituire il potere.

Balbo non seppe rinunciare perchè semplicemente sarebbe scomparso dalle scene, questa è l'equazione che giustifica coloro che non sanno lottare in prima persona per i loro ideali e che di solito fanno combattere gli altri al loro posto,
armiamoci e partite.

Balbo, al quale non difettava il coraggio seppe comunque partire quando fu ora, lo fece in prima persona e ci rimise la vita, ma forse combattendo dalla parte sbagliata. La sua figura va quindi intesa come quella di un esempio che non riuscì ad arrivare dove poteva o dove avrebbe dovuto arrivare. L'esempio fulgido di un uomo che seppe lottare per i suoi ideali ma che poi forse non resistette al compromesso del potere.
O almeno questo è ciò che sarebbe bello pensare, credere che si possa andare fino in fondo e prendere tutto senza rimetterci niente.
Sarebbe bello prendere l'esempio di Italo Balbo e salirci sopra, essere cattivi, condottieri, uomini di potere ma uomini giusti, intrepidi, amati dalle folle. Ma a questo punto si cesserebbe di essere umani e quindi non esisterebbero nemmeno gli ideali in realtà irraggiungibili rappresentati dagli eroi, dai miti, miraggi distanti nel tempo e nell'orizzonte il cui unico scopo è quello di darci l'illusione di poter un giorno raggiungere le perfezione, ricordando di quegli uomini, il cui ricordo si fa sempre più confuso, le gesta più belle e dimenticando invece le loro umane debolezze.



Squadratlantica - Iniziano le consegne


Partito negli ultimi giorni di Marzo, il progetto Squadratlantica si è ora concretizzato.

Dopo una fase di sviluppo e di produzione durata circa tre mesi parte infatti ora la commercializzazione, iniziando dalle Polo Celebrative dedicate al Macchi Mc 72 / Agello - protagonista imbattuto del record velocistico di Desenzano - ed al Supermarine S6B / Boothman inglese, vincitore della Coppa Schneider.

Come già detto altre volte, pur nella consapevolezza del proprio ruolo - produciamo capi di abbigliamento - Squadratlantica si pone con grande determinazione e volontà a fianco di quelle Strutture, Organizzazioni, Enti Statali o Aziende private che, per mandato costituzionale o semplicemente per propria volontà e senso del dovere intendono preservare e diffondere i Principi ed i Volori di un Patrimonio Storico e della Società Civile.

In realtà non vogliamo fare niente di più e niente di meno di ciò che consideriamo semplicemente il nostro Dovere, rispettando quindi prima di tutto il nome, il percorso di vita ed il sacrificio di chi citiamo nelle nostre realizzazioni e servendo poi con onestà il Cliente che con fiducia si avvicina al progetto Squadratlantica acquistando il nostro prodotto.

Un prodotto concepito, progettato e realizzato in Italia nel rispetto quindi della memoria e nella conseguente ed imprescindibile osservanza delle regole sia di qualità industriale che delle leggi commerciali.

Da alcuni giorni stiamo verificando, indossando, lavando e rilavando i primi pezzi usciti dalla produzione e questo allo scopo di verificare che chi ha assieme a noi contribuisce alla realizzazione del prodotto - producendo gli accessori, il tessuto, tingendo, ricamando e confezionando - abbia seguito con precisione i parametri tecnico qualitativi che gli abbiamo dettato e per l'osservanza dei quali viene pagato un prezzo, prima da noi e poi dal nostro Cliente.

Testiamo quindi sul campo il prodotto, vivendolo, stressandolo e usurandolo per individuare il prima possibile quei difetti, anche ergonomici od estetici che potrebbero prima emergere, e che con una azione di sviluppo e miglioramento, essere poi progressivamente eliminati.

E' evidente che all'inizio di un percorso, di un rodaggio, inevitabilmente si incontrano degli imprevisti, si materializzano difficoltà e problemi inattesi; questo è inevitabile e questo comunque è anche lo stimolo ed il segnale per la crescita.

Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: ci rivolgiamo direttamente a chi il nostro prodotto lo indossa proprio perchè i motivi che lo hanno determinato lo impongono. Vogliamo scambiarci impressioni, commenti, suggerimenti perchè vogliamo che questo progetto - anche economicamente, evitando il più possibile i passaggi di mano - sia davvero condiviso e di tutti. Si potrà solo migliorare, prima di tutto perchè abbiamo le nostre idee, abbiamo dei valori, un progetto ma soprattutto abbiamo con chi condividere questo percorso.

A proposito di condivisioni. A conclusione di questa fase progettuale, per chiudere idealmente il cerchio, siamo andati a "fare rapporto" al Museo di Vigna di Valle, il luogo dove è custodito il Macchi di Agello assieme ad altri degli idrocorsa che hanno contribuito al lavoro di sviluppo che avrebbe portato infine al record di Velocità.
E proprio oggi, il 28 giugno, ricorre l'anniversario della caduta di Italo Balbo, ideatore e promotore di quella Squadra Atlantica che ci è servita come riferimento ed esempio da seguire per costruire la "nostra" impresa.
Di Italo Balbo, degli Altantici e dei bolidi di Desenzano il ricordo dei quali è riunito e custodito a Vigna di Valle, parleremo; ora era giusto citarli, qui, per ribadire comunque che sappiamo, abbiamo coscienza, di dover Loro rispondere con il nostro comportamento del fatto di aver citato la loro memoria, dopo oltre settant'anni dagli avvenimenti che li videro protagonisti.

A chi indosserà le maglie di Squadratlantica chiediamo la stessa presa di coscienza; non si tratta di vestiario o generi di prima necessità, non scritte messe a caso per ottenere un piacevole effetto estetico ma segni tangibili, meditati e sofferti nella loro composizione.
A noi che abbiamo il privilegio e la responsabilità di vivere in una società del benessere - e dello spreco - non serve certo qualcosa da mettere addosso, abbiamo di tutto e di più, mentre ciò che veramente manca è invece l'attimo di riflessione, il soffermarsi a pensare e a ricordare, a raccontare storie di uomini che si mossero senza pensare a quanto sarebbe loro costato ma piuttosto a cosa loro stessero contribuendo a creare, a che cosa effettivamente la loro piccola parte avrebbe rappresentato una volta unita ad altre piccole parti.

giovedì 23 giugno 2011

SQUADRATLANTICA - PRIMO VOLO




Ho gustato appena una gioia immensa, ignorata, che mi ha lasciato commosso e curioso.
Non penso che a volare ancora.
E' un nuovo bisogno, una nuova passione.


( Gabriele d'Annunzio after his first flight - Brescia 1909 )

lunedì 20 giugno 2011

Francesco Baracca


Il 19 Giugno del 1918 cadeva presso Nervesa della Battaglia il tenente dei Lancieri Francesco Baracca, indimenticato eroe.

Manifesto di Squadratlantica



Il 20 Febbraio 1909 venne pubbicato il manifesto di un movimento che di lì a poco avrebbe scosso il torpore intellettuale degli Italiani : Il Futurismo.
A volte per dire a tutti quel ciò che si pensa, per raccontare quel che si vorrebbe dire e meglio ancora spiegare come lo si vuol fare, non c'è niente di meglio che dichiararlo pubblicamente; certamente sul web, ma anche attraverso la carta stampata, che comunque non scomparirà mai.
Così come i Futuristi allora, anche Squadratlantica sabato ha pubblicato il suo manifesto, i suoi obiettivi, i suoi impegni.
Il gioco del titolo DESENZANO 23 OTTOBRE redatto utilizzando un lettering ripreso dalla testata de Le Figaro è il nostro omaggio a Marinetti.

giovedì 16 giugno 2011

C29 trials


Fiat C29 wrecks after the crash that ended one of the flights with Maresciallo Agello in the cockpit. Agello survived this and other crashes and achieved the world speed records in 1934 riding the faboulous Macchi MC 72 (private archive - Comune di Desenzano)


... per ringraziare il Signore che non volle
che la mia vita si stroncasse assieme alle mie ali
ed appieno mi fosse dato di portare a termine,
inconsapevole e senza merito,un'opera
che tuttora mi induce a credere nel valore
e nella generosità della stirpe, specie se espressa
da una gioventù che ha scelto il cielo
come palestra di ardimento.

(Gen. S.A. Rino Corso Fougier)
L'ultima "V" Rossa
Giorgio Evangelisti

mercoledì 8 giugno 2011

100 years of Indy 500


Ultimo weekend di maggio 2011. Scatta la "2011 indianapolis 500" una mitica competizione che compie ben 100 anni. La prima edizione risale infatti al 1911 ma le gare di indy, come molte altre faccende, vennero sospese durante le due guerre mondiali.
Per arrivare a correre veloci come nella 500 miglia e durare poi così a lungo, ci vogliono passione, motivazione, impegno duro lavoro nervi saldi e - paradossalmente - non avere fretta "di arrivare". Un insegnamento che molti sembrano aver ormai dimenticato.